Una scuola esemplare

“Il Mattino” di Padova, 23 Sett 2011
La mia scuola non mi insegna lettere e numeri, non ha in serbo un banco per me, anche se la vedo tutti i giorni, ne attraverso i corridoi seguendo i passi inizialmente incerti di un bambino, comunque sospinto dalla cocciuta curiosità delle sue spalle, dalla testa che ruota a destra e a sinistra a scoprire disegni di altri alunni e spazi da esplorare. La schiena di un figlio che avanza in un ambiente nuovo in grado di conquistare il padre. La scuola che sognavo per me e che c'e', si materializza per caso: un'indicazione “guarda che quella e' speciale, si impara un metodo, ci si innamora di libri e matematica, si crede nell' integrazione e nell'inclusione”. Una scuola che scopro esistere davvero, incontrando le maestre in una biblioteca che respira e cresce da trent'anni e sembra quasi aspettare anche me che cercavo da ragazzo di conoscere il mondo e scopro che ora il mondo e' a casa mia e mi parla nel sorriso intelligente di bambini italiani, africani, asiatici europei. Il mondo che impara tramite loro il linguaggio dell'integrazione, tramite l' orgoglioso impegno di queste maestre  ancora non disposta alla normalizzazione, ma convinte che l'eccellenza dell'istruzione passi attraverso un sapere diffuso e condiviso. 
Scusa, figlio mio, se scrivo che questa e' la mia scuola, e vorrei sedermi a quel banco, e azzerare tutto e riscrivere il mio sapere con te, scarico di prosopopee e libero di vedere la tua criniera infoltirsi di domande e risposte cercate tra libri, strade e laboratori. Scuola che capisce la mia voglia di partecipare che mi accoglie con altri genitori per regalarmi consapevolezza e festa, scuola aperta agli stimoli delle genti e dei singoli, scuola dove non ci sono sconfitte ma ogni giorno ognuno vince la sua piccola partita con la conoscenza, avanzando, in un progressivo apprendimento sereno e profondo. Ma che scuola e' questa mia scuola, figlio mio, che non hai conosciuto altri metodi? Io ho imparato a conoscere la sua biblioteca che in 30 anni di vita è riuscita ad accumulare 7000 titoli, 100 dvd, 200 VHS! Un patrimonio di risorse per l'educazione straordinario, superiore per ricchezza tematica anche alla biblioteca civica di Padova, ma soprattutto, goduto ogni giorno dai bambini. 
La scuola Arcobaleno ha costruito questo gioiello in modo davvero ingegnoso e vitale: nel 1978 un gruppo di insegnanti e genitori con il proposito di favorire il coinvolgimento e l’integrazione di bambini con diverse abilità hanno sviluppato diverse strategie educative e, tra queste, un metodo che prescindesse da un unico libro di testo valido per tutta la classe, ma modulando l'insegnamento tramite più strumenti. Per fare questo da trent'anni tutti i buoni scuola che vengono assegnati alle famiglie per l'acquisto dei libri di testo (sussidiario e libro di lettura) vengono impiegati per comprare libri, libri, dvd, cdrom e ancora libri (c'è una legge poco nota e applicata che lo permette). Ogni anno la biblioteca quindi cresce e nulla del passato si perde, ma passato e presente concorrono a costruire un luogo di ancora più bello e completo per il futuro.
Questa e' la scuola Arcobaleno di Padova: un piccolo miracolo italiano che vuole essere banalizzato, che hai conosciuto a sei anni e che a sette forse inizierai a perdere ... come le fiabe in cui credi ancora, come il tuo papà; ma ora che l'abbiamo scoperta assieme non lasceremo che qualcuno ci dica che le fiabe son storie non vere.
Roberto Santoro,  un papà  Arcobaleno, scrive al figlio.
 Lettera pubblicata sul quotidiano “Il Mattino” di Padova, 23 Sett 2011, p. 15

 

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